Scorie nucleari
"La Puglia ha già pagato il suo prezzo in favore della collettività nazionale" ebbi a rispondere ad entrambi i ministri riferendomi poi a Brindisi e aggiungendo che "soprattutto questa città costituisce senz'altro un esempio eloquente di tale situazione avendo ben tre mega centrali elettriche".
Nel novembre 2003, in occasione del "caso Scanzano", si riaprì la polemica sulla questione nucleare e, anche in quell'occasione, non mi mostrai soltanto solidale nei confronti dei vicini lucani, ma lanciai anche un "invito" al governo nazionale ritenendo che, a parità di condizioni tecnico-logistiche per un deposito a Nord del Rubicone, il Governo avrebbe dovuto prediligere questa seconda ipotesi per offrire al Sud una chance priva di rischi di qualsiasi genere per recuperare il gap nei confronti di tutte le regioni centro-europee.
L'ormai perdurante rifiuto alla realizzazione del sito ha motivazioni socio-sanitarie più che convincenti: la coesistenza di tre ampie aree ad alto rischio ambientale come nel caso di Brindisi, Taranto e Manfredonia; i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sull'elevata incidenza tumorale nella popolazione pugliese e la constatazione che le scorie nucleari rappresentano un ulteriore elemento di rischio per la salute della popolazione e dell'ambiente.