I Comuni? Vengono sciolti per mafia, non dalla mafia

È un durissimo e puntiglioso atto di accusa, con chiamata in causa di uno degli ex assessori della sua giunta passato sull'altra sponda, quello che Michele Saccomanno, ex sindaco del Comune di Torre Santa Susanna, lancia apertamente puntando il dito contro i quattro consiglieri della sua maggioranza che hanno determinato il terremoto politico-istituzionale.

"Può accadere", scrive Saccomanno, "che un consiglio comunale venga sciolto per mafia, ma non so se un Comune possa essere sciolto dalla mafia. La richiesta di azzeramento della giunta e la revoca di ogni delega, richiesta protocollata da un assessore e da tre consiglieri della mia maggioranza, la dice tutta sul tema della verifica politica. Non sono avvezzo a registrare segretamente i colloqui, ma mi è stato richiesto come unico 'varco di uscita' di cacciare qualche assessore e di aggiungerne qualche altro dei nuovi "Moderati Torresi" (titolo autoreferenziale). Mai interpellato su nulla se non in questa trattativa per avere poltrone, con la minaccia del tutti a casa.

Un commento particolare meriterebbero gli elogi sperticati nei confronti del 'sindaco' espressi nell'ultimo consiglio comunale dall'assessore Epifani, leader della protesta per 'poltrone' organizzata dallo stesso. Tutto ciò dispiace solo per la povertà delle argomentazioni che non celano, ma evidenziano la bruttezza di comportamenti opportunistici. I quattro "Moderati" di quali interessi sono portatori? A quali logiche di affari appartengono? Chi ha tradito i progetti ricattando vuole il dissesto del paese.

Tutto si può mettere in discussione per progettare una Torre migliore, nulla per favorire burattini e burattinai".

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