Prevenzione delle patologie da esposizione all'amianto
Comunque, ancora una volta, con le mozioni presentate ci accorgiamo che il Parlamento è il luogo privilegiato nel quale affrontare ciò che viene percepito come importante dalla popolazione ed organizzare e dare una risposta politica.
Le due mozioni, che si completano, come hanno detto alcuni colleghi, con richieste e proposte, con ciò che si potrà chiedere e realizzare, rappresentano lo spaccato di un'esigenza grave. Sono mozioni che si ripetono negli anni perché, evidentemente, qualcosa non va. Le malattie derivanti dall'esposizione all'amianto possono coglierci, o possiamo incrociarle nel corso della nostra vita, talvolta senza accorgercene, senza comprenderle. Frequentemente sulla stampa è stato scritto che si muore per mano di un killer sconosciuto: effettivamente le fibre dell'amianto sono così sottili, migliaia di volte più piccole di un capello, che è facile comprendere come possano diffondersi, indipendente dalla conoscenza che abbiamo del fenomeno. Le sentenze ricordate sui familiari dei lavoratori sono un atto di sensibilità dello Stato e della giustizia che riconosce i meccanismi individuati dalla scienza e da quelli trae le conseguenze per conferire un giusto riconoscimento a chi si è trovato danneggiato.
A questo proposito dobbiamo rivedere alcuni aspetti. Queste mozioni non si ripetono periodicamente per fare scena, per raccogliere applausi o per sollecitare emozioni, signor Ministro: sono mozioni pratiche, che hanno un grande senso. Io sono felice, sono molto contento delle notizie che ella ci ha portato e di questa interessante rete europea.
La malattia non mi sembra così rara, come diceva il collega Rizzi: 3.000 casi all'anno non sono proprio una rarità, sono un fatto importante. Anche il tempo di latenza così strano, così nascosto, talvolta ha dei momenti di esplosione che gli scienziati immaginano saranno altissimi tra il 2015 e il 2030. Tutto questo non può non portare alla nostra attenzione la necessità di un atteggiamento più incisivo da parte dello Stato.
Io partirei, naturalmente, raccogliendo i suggerimenti dei colleghi contenuti nelle mozioni. Innanzi tutto utilizziamo bene gli strumenti che abbiamo: utilizziamo la normativa attuale, che prevede il censimento delle aree esposte ad amianto, che alcune Regioni non hanno ancora effettuato. Abbiamo le risorse per le bonifiche, ma mancano i censimenti; quindi, le risorse diventano latenti come la malattia che cresce in maniera latente. I soldi, però, diminuiscono senza produrre risultato. È necessario avere la capacità di incidere nei meccanismi amministrativi in modo decisivo affinché questo stallo venga superato. Non si può applaudire quando, dopo 13 anni dalla richiesta, qualcuno delibera e stabilisce che quest'anno partirà il censimento: è la sottolineatura di un'umiliazione che in alcune Regioni - devo dire - colpisce in modo pesante.
Chi non ha mai incontrato questa malattia? L'abbiamo incontrata attraverso le persone ammalate, noi o i nostri amici. L'Italia, come si diceva ieri, è piena di porti e anche di cantieri nautici, e quindi anche di fibre d'amianto che in tali cantieri sono presenti in misura rilevante. È piena, quindi, di malattie latenti che spesso noi abbiamo incontrato. Ci è capitato di incontrare anche genitori che portavano a scuola, magari la stessa frequentata dai nostri figli, i propri figli che poi morivano di queste malattie senza sapere il perché, magari perché in quella città si diffondevano queste polveri. I mesoteliomi sono intervenuti così, silenti, a travolgere queste persone.
Cosa si può fare, cosa si deve fare? Quando dico "partiamo dell'esistente", quali sono i controlli? C'è severità nei confronti della mancata realizzazione dei controlli anche di piccole bonifiche come quelle relative al tetto di un padiglione di 100 o 150 metri quadrati? Quante fibre d'amianto diffonde una simile struttura quando magari viene demolita di nascosto, di notte, e la mattina dopo, al suo posto, si trova una nuova copertura? Quante fibre si sono diffuse con il vento di quella notte tra gli operai che vi hanno lavorato? Con quali sistemi di sicurezza hanno lavorato? L'amministrazione locale, la mattina dopo, va a controllare cosa è accaduto?
Questa, signor Ministro, sarebbe la prevenzione primaria. Noi, in questa sede, elucubriamo percorsi complessi che non ci porteranno alla soluzione. Forse non lo farà nemmeno il piccolo intervento di cui parlo io, ma certamente un piccolo interevento ci consentirebbe di fermare altre latenze importanti che domani si rivelerebbero nella loro drammaticità.
Ed ancora, la burocrazia è un'altra delle complicazioni, accusata da entrambe le mozioni: ciò che prima veniva certificato dall'INAIL ha poi subito percorsi stranissimi per i quali le certificazioni, dopo un certo tempo, muoiono, e non danno più il diritto di presentarsi davanti ad un magistrato per richiedere il riconoscimento della malattia. Ma veramente diventiamo così complessi di fronte a morti che riconosciamo addebitabili a questo stato di cose?
Anche qui dobbiamo fare uno sforzo. Il Parlamento e il Governo devono assumersi la responsabilità intervenendo e comprendendo che non vi saranno risultati chiari, positivi e rapidi con i percorsi che abbiamo indicato. Allora, bisogna impegnarsi.
Queste mozioni vogliono dire esattamente questo: vogliono essere un modo pratico per andare incontro a chi è stato travolto e a chi, come noi fortunati, fa parte di un mondo chiamato a legiferare e che, almeno fino ad oggi, è stato preservato da questo danno. Questo ci deve portare ad una coscienza importante ed incisiva.
L'altro sguardo riguarda la ricerca. Vi sono settori che dobbiamo assolutamente cercare di privilegiare, al di là della parte politica a cui apparteniamo. Essa rappresenta un momento di civiltà da salvaguardare per poter arrivare a ciò che il senatore Rizzi chiedeva, nell'intervento europeo e nella moneta che arriva sul territorio e realizza qualcosa. Se non c'è una ricerca, uno studio, un'analisi e una cultura di supporto che vada in questo senso, noi non produrremo risultati.
Su questo deve concentrarsi un impegno cogente ed importante: queste mozioni lo sollecitano in modo forte e significativo e il Popolo della Libertà è estremamente convinto e fortemente impegnato a votarle - mi auguro - in modo unanime, affinché esse rappresentino per noi tutti uno stimolo a meglio operare e a intervenire incisivamente in un settore così delicato.
(Applausi dal Gruppo PdL e della senatrice Boldi).