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Interrogazione Enel Brindisi

 

Premesso che:

a Brindisi è in esercizio la più grande centrale italiana di produzione di energia elettrica da carbone di proprietà Enel;

il carbone vale il 13 per cento del mix nazionale di generazione elettrica contro il 27 per cento delle nazioni europee e il 45 per cento della Germania, spesso presa a riferimento come esempio di efficienza;

le istituzioni locali hanno piena consapevolezza e forte senso di responsabilità nel valutare l'importanza del contributo del carbone al mix energetico nazionale per favorire sicurezza di approvvigionamento e contenimento dei costi di produzione a beneficio del sistema Paese e di fronte ai ricorrenti problemi di approvvigionamento del gas;

nonostante la sensibilità del territorio, la posizione dell'Enel appare incerta e non risoluta nell'affrontare temi fondamentali, quali, in particolare, la riqualificazione ambientale della centrale "Federico II" con relativi investimenti da mobilitare, il coinvolgimento delle imprese del territorio nelle forniture e nei lavori, il rinnovo degli accordi con gli enti locali per contribuire a costruire un modello di sviluppo in cui i vari comparti dell'economia possano coesistere armonicamente e la diffusione delle fonti rinnovabili;

considerato che:

Enel SpA ha tra i suoi azionisti di riferimento il Ministero dell'economia e delle finanze con un'importante partecipazione;

di recente vi è stata una sottoscrizione di 3 miliardi di euro di obbligazioni;

Enel, nonostante il forte indebitamento, rappresenta un'eccellenza nazionale e, pertanto, sarebbe opportuno che mantenesse il ruolo di volano dell'industria elettromeccanica nazionale anche in forza delle concessioni garantite a partire dalla distribuzione elettrica,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano adoperarsi per quanto di competenza affinché Enel promuova un programma industriale che preveda: 1) una serie di interventi di riqualificazione ambientale attraverso le migliori tecnologie disponibili, in particolare l'abbattimento del particolato, degli ossidi di zolfo e di azoto dei fumi della centrale, l'ottimizzazione del processo produttivo per incrementare l'efficienza dell'impianto; 2) la predisposizione, di concerto con le organizzazioni datoriali e sindacali, di un piano di committenza per le forniture e i servizi, in modo da assicurare il massimo coinvolgimento dell'imprenditoria locale incrementando gli affidamenti diretti, modificando i criteri di interpello alle gare e le modalità di assegnazione con il superamento del criterio del massimo ribasso; in sostanza la predisposizione di un sistema che garantisca giusti margini alle imprese, in prevalenza relegate al ruolo di subappaltatori, privilegiando qualità e continuità delle prestazioni; 3) la predisposizione di eventuali iniziative per la formazione specialistica, la formazione continua in tema di sicurezza dei lavoratori e per la qualificazione delle imprese con la costituzione di un polo al quale collaborino i centri di eccellenza del territorio; 4) la predisposizione di un eventuale schema di convenzione da stipulare con le istituzioni territoriali, Provincia e Comuni, in grado di armonizzare e valorizzare la presenza industriale di Enel con gli altri comparti di sviluppo quali agricoltura, turismo, commercio; 5) la realizzazione di interventi nel campo del risparmio energetico e della diffusione delle fonti rinnovabili;

se risultino i motivi per i quali non si è proceduto alla realizzazione di campi eolici in provincia di Brindisi, in considerazione dei notevoli costi sostenuti per l'acquisto dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio.

La mia lettera alla Centrale Enel Federico II

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