Sciopero sale parto: 90% adesioni e stop cesarei. Nati 1.100 bimbi in meno. Per i ginecologi, la situazione è disastrosa

(ANSA) - ROMA, 12 FEB - Fallita la mediazione tentata fino all'ultimo dal ministro della Salute Renato Balduzzi, ginecologi e ostetriche hanno oggi incrociato le braccia per il primo sciopero nazionale delle sale parto facendo registrare un'adesione alla protesta di oltre il 90%. Per 24 ore, 'bloccate' le nascite programmate. Risultato: circa 1.100 in meno i bambini nati in questa giornata, poiche' i cesarei sono stati tutti rinviati, ad eccezione delle emergenze che sono state comunque garantite.

Lo stop ha riguardato anche le attivita' di ambulatori ostetrici e consultori familiari sul territorio, con una mobilitazione che ha coinvolto, in totale, circa 15mila professionisti. A chiarire le ragioni della protesta e' il presidente della Societa' italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), Nicola Surico: ''Dobbiamo far conoscere a tutti la disastrosa situazione nella quale operiamo quotidianamente e non protestiamo per difendere piccoli interessi di 'casta'. Il nostro obiettivo, al contrario, e' assicurare la totale sicurezza alle madri che partoriscono nel nostro Paese. Ma questo diritto fondamentale - sottolinea - puo' essere garantito solo da un sistema sanitario efficiente nel quale un ginecologo ed una ostetrica possano operare in reparti qualificati, adeguatamente finanziati e senza il pericolo di incorrere costantemente in una causa legale con richieste di maxi risarcimenti''. Tre, quindi, i principali motivi dello sciopero: i recenti tagli previsti al sistema sanitario nazionale, la mancata attuazione della riforma dei punti nascita del 2010 (che prevedeva la chiusura di tutti i reparti che svolgevano meno di 500 parti l'anno) e l'insostenibile crescita del contenzioso medico-legale. Da qui la richiesta alle forze politiche di inserire questo tema nei programmi di governo e prevedere l'obbligatorieta' della polizza assicurativa, da parte delle aziende sanitarie, ed un tetto ai risarcimenti come gia' avviene in altri Stati.

Lo sciopero e' stato 'affiancato' da una manifestazione nazionale che si e' svolta a Palermo. La Sicilia ''e' ben al di sotto della media nazionale per quanto riguarda la sicurezza delle sale parto, ma chi sta peggio e' la Campania. Le regioni piu' 'virtuose', invece, sono la Toscana e l'Emilia Romagna'', e' l'allarme lanciato da Giuseppe Canzone, segretario regionale della Federazione sindacale medici dirigenti (Fesnmed) nel corso dell'iniziativa.

E numerosi sono stati i rappresentanti politici che hanno risposto alla protesta dei medici. Il governo deve dedicare ''maggior attenzione al contenzioso medico-legale, un problema sociale ed economico di rilevanza nazionale'', secondo Antonio Palagiano, presidente della Commissione d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e candidato nella lista Rivoluzione Civile. Servono, afferma, ''polizze calmierate attraverso un intervento governativo''. Condivide le richieste dei ginecologi pure il senatore del Pd Ignazio Marino: ''Ostetriche e ginecologi hanno bisogno di risposte concrete e urgenti. Risposte che il PD - afferma - e' in grado di dare loro, in particolare sul sempre crescente contenzioso medico legale''. Approvare al piu' presto la riforma della responsabilita' medica, come chiedono i ginecologi, e' la priorita' indicata anche dal senatore Michele Saccomanno, candidato alla Camera con Fratelli d'Italia.

Manuele Correra - Ansa

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