Di seguito un articolo del Sole 24 ore - Sanità e Tecnologia del 18 dicembre 2014.
L'idea di fondo è che le grandi metropoli siano le sole capitali della medicina, e che il divario tra Nord e Sud (a vantaggio del primo) sia incolmabile. Così, qualche volta per necessità ma nella maggior parte dei casi senza motivo, i pazienti dell'Italia "di sotto" si sottopongono a estenuanti trasferte per farsi visitare, e curare, dai medici dell'Italia "di sopra". E la cosa che rammarica, oltre a dover constatare ingenti spese a carico delle Regioni, è la consapevolezza che in molti casi la migrazione sanitaria é del tutto ingiustificata.
Si prenda ad esempio il Salento, le province di Lecce, Brindisi e Taranto. In pochi sanno che il territorio vanta in campo ortopedico vere e proprie eccellenze. Lo spiega a chiare lettere l’Onorevole Michele Saccomanno, che oltre ad essere presidente della Nuova A.S.C.O.T.I. è certamente uno dei massimi esperti in materia. E con il suo aiuto proviamo a tracciare il quadro di una situazione che non tutti conoscono.
Partendo naturalmente dai tempi passati. “In provincia di Lecce, spiega Saccomanno, risposte importanti alle esigenze del territorio furono realizzate dal professor Bedogni al Vito Fazzi nel capoluogo e dal professor Fabrizio Cenni della scuola del Rizzoli, a Casarano. Il dottor Donato Sinisi del gruppo di Brindisi, primario a Maglie, creò un centro chirurgia della mano e diede vita a un corso regionale per fisioterapisti a Scorrano. E ancora, il dottor Giuseppe Quarta realizzò un centro di ottima chirurgia, soprattutto di tipo traumatologico, a Copertino. Non da meno la provincia di Taranto, dove “prima il professor Antonio Sammartino, poi il dottor Williams Uzzi, praticarono ottima chirurgia ortopedica traumatologica”. Saccomanno parla poi di Brindisi, ricordando il professor Casuccio, al quale susseguirono prestigiosi nomi nel primariato. Il professor Maurizio Cappellin, ad esempio; ma anche il professor Guido Bianchi, il professor Bernardino Fonzone e il professor Vittorio Valerio. Quest’ultimo fondatore della Scuola per terapisti della riabilitazione in Puglia e certamente tra i più grandi della “scuola italiana” per interventi funzionali su spastici e sulla poliomielite anteriore acuta. Sempre a Brindisi è nato uno dei primi settori di Artroscopia Chirurgica dell’Italia Meridionale. Proprio con Saccomanno si diete poi inizio ad un fruttuoso studio sull’artrosi del ginocchio, portato anche in consessi esteri a Parigi, Stoccolma, Copenaghen. Legati a questa tradizione anche studi e interventi sulla cartilagine del ginocchio con trapianti e innesti. E moltissime altre sarebbero le eccellenze mediche che oggi sono alla base delle professionalità presenti sul territorio. Basti guardare Taranto, dove non mancano punti di riferimento per la protesica e la traumatologia, sia nel capoluogo che a Castellaneta e Manduria. A lecce, con uomini che provengono dal Rizzoli e altri formati nella scuola pugliese, ricchi di competenze dalla protesica alla chirurgia di bacino e di spalla. Ospedali che oltre che nel capoluogo rispondono con riferimenti a Tricase, Gallipoli e Casarano. A Brindisi e provincia risorge negli ultimi tempi la risposta alle esigenze di chirurgia sostitutiva delle grandi articolazioni, interventi di traumatologia all’avanguardia, ambulatori di riferimento SIOT nell’osteoporosi.
Realtà pubbliche che si integrano con quelle della sanità privata, eccellenze come la casa di cura “Città di Lecce” e “Villa Bianca” a Lecce città, dove per anni ha prestato la sua opera il professor Galluccio. “Oggi, conclude Saccomanno, non ci sono motivi per non ritenere adeguata alle esigenze del territorio la risposta salentina in ogni settore dell’ortopedia delle traumatologia. Una risposta competente al servizio dei cittadini/pazienti.