Sanita': ortopedici,in legge responsabilita' definire atto medico

"Il ddl sulla responsabilita' medica, attualmente in discussione al Senato, presenta numerosi aspetti positivi ed e' senza dubbio migliorativo delle leggi precedenti, ma contiene alcuni punti su cui occorre un'ampia riflessione". Ad affermarlo, durante l'audizione sul ddl Gelli svoltasi oggi in Senato nella XII Commissione Igiene e Sanita', e' Michele Saccomanno, presidente del sindacato ortopedici e traumatologi Nuova Ascoti e della Fondazione Femor (Fondazione per l'Educazione e il Management in Ortopedia), in rappresentanza anche di Siot (Societa' Italiana Ortopedici e Traumatologi), Otodi (Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri d'Italia) e Auot (Accademia Universitaria di Ortopedia e Traumatologia). "In primis - ha osservato - va assolutamente stabilita la definizione dell'atto medico, come piu' volte ripetuto dal presidente Giovanni Canzio. Noi, che lo abbiamo gia' proposto in altri provvedimenti, riteniamo che i tempi siano maturi per l'introduzione nell'attuale legge". Secondo Saccomanno, "le assicurazioni restano un capitolo incompleto.
Il medico deve poter avere la certezza di essere assicurato. La polizza non puo' essere disdetta alla prima nube dalla compagnia che deve garantire il professionista anche dopo il termine della carriera. E' importante ricercare - ha aggiunto - un percorso sicuro attraverso le societa' scientifiche che vanno riconosciute per legge e prevedere la nomina di Ctu con estrema competenza, adeguata ad ogni specifico caso giudiziario". Per Saccomanno risulta indispensabile, infine, "istituire un fondo sicuro e garantito per i danni da alea terapeutica e occorre un'attenzione alle garanzie dei colleghi che prestano la loro opera nella sanita' privata, perche' non tutelati dal contratto collettivo".

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