Tutto ciò non è una valutazione di uomini e donne impegnate in detta tornata elettorale, che hanno compiuto il loro dovere, ma una accusa di scarsa sensibilità al territorio per i livelli più alti di responsabilità del partito. Accusa che ritengo possibile in una valutazione democratica e così anche rappresentata nel gesto di un Coordinatore Provinciale che aveva avuto il coraggio di sospendersi per non essere ancora insultato dalla indifferenza silente degli organismi decisionali superiori.
Meritava una reprimenda la “mancanza di attività della struttura nella ultima campagna elettorale politica”, come mi scriveva la Meloni? Visione diversa per riprendere un rapporto, ma possibile anche questa sua scelta. Certamente, non avrei penalizzato e sostituito chi ha avuto il coraggio di dimostrare un disagio per la trascuratezza del suo ruolo e della comunità brindisina.
Nello scritto della Meloni avevamo visto un “occhio” supervisore, affiancato, come indicava, per riequilibrare dissensi provinciali che da Bari suggerivano non mediabili dal sottoscritto, con cui i dirigenti baresi preferiscono non parlare dopo avermi proposto una candidatura a capolista in Senato in quell’area.
Ora non c’è un affiancamento, ma un commissariamento alla vigilia delle elezioni amministrative in cui è impegnato il comune capoluogo, con una scelta, anch’essa legittima, non proprio concorde con tutta la classe dirigente di Brindisi città.
Nessuno ha nulla da dire su Massimo Ciullo, persona il cui valore non cambia con gli umori del tempo. Nessuno ha da lamentare sulla scelta di Erio Congedo e sulla sua umanità e competenza.
Rimane la dispiacenza che Roma sia lontana e non comprenda che qui non è un problema di proconsoli se si vuole crescere e non sopravvivere. Occorre altra passione e altro orgoglio che in questa terra ben conosciamo.