Oggi il mio tour elettorale, in compagnia del candidato Massimo Ciullo, farà tappa nei comuni brindisini di Mesagne e Fasano e toccherà anche le città baresi di Conversano e Monopoli.
L'appuntamento è a Fasano, in via Sant'Oronzo dove il consigliere comunale Grazia Neglia presenterà i candidati della lista Fratelli d'Italia.
Vi aspetto!
ROMA (ITALPRESS) - "Le cifre dell'adesione allo sciopero indetto dai ginecologi quest'oggi meritano una profonda riflessione da parte della politica. Da medico sono con loro e chiedo che venga approvata al piu' presto la riforma della responsabilita' professionale del personale sanitario, sulla quale ho lavorato come relatore per l'intera legislatura". Lo afferma in una nota il senatore Michele Saccomanno, candidato alla Camera con Fratelli d'Italia e componente della Commissione Igiene e Sanita' e della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, che aggiunge: "Gran parte del lavoro e' stato svolto. Abbiamo previsto nel disegno di legge la copertura assicurativa per le strutture sanitarie, procedure di conciliazione tra medico e paziente al fine di deflazionare il contenzioso, una gestione del rischio clinico piu' accurata e l'importante definizione di atto medico.
Ma tutto cio' nel decreto Balduzzi non c'e', ci sono solo tagli. Girando l'Italia - conclude - l'ho detto nei convegni dei colleghi medici e ne sono ancora convinto, e' necessario che il paziente si fidi del medico e che il medico operi in condizioni organizzative ottimali. La sanita' italiana puo' e deve ripartire da qui. Solo cosi' potra' essere veramente garantito il diritto alla salute".
(ANSA) - ROMA, 12 FEB - Fallita la mediazione tentata fino all'ultimo dal ministro della Salute Renato Balduzzi, ginecologi e ostetriche hanno oggi incrociato le braccia per il primo sciopero nazionale delle sale parto facendo registrare un'adesione alla protesta di oltre il 90%. Per 24 ore, 'bloccate' le nascite programmate. Risultato: circa 1.100 in meno i bambini nati in questa giornata, poiche' i cesarei sono stati tutti rinviati, ad eccezione delle emergenze che sono state comunque garantite.
Lo stop ha riguardato anche le attivita' di ambulatori ostetrici e consultori familiari sul territorio, con una mobilitazione che ha coinvolto, in totale, circa 15mila professionisti. A chiarire le ragioni della protesta e' il presidente della Societa' italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), Nicola Surico: ''Dobbiamo far conoscere a tutti la disastrosa situazione nella quale operiamo quotidianamente e non protestiamo per difendere piccoli interessi di 'casta'. Il nostro obiettivo, al contrario, e' assicurare la totale sicurezza alle madri che partoriscono nel nostro Paese. Ma questo diritto fondamentale - sottolinea - puo' essere garantito solo da un sistema sanitario efficiente nel quale un ginecologo ed una ostetrica possano operare in reparti qualificati, adeguatamente finanziati e senza il pericolo di incorrere costantemente in una causa legale con richieste di maxi risarcimenti''. Tre, quindi, i principali motivi dello sciopero: i recenti tagli previsti al sistema sanitario nazionale, la mancata attuazione della riforma dei punti nascita del 2010 (che prevedeva la chiusura di tutti i reparti che svolgevano meno di 500 parti l'anno) e l'insostenibile crescita del contenzioso medico-legale. Da qui la richiesta alle forze politiche di inserire questo tema nei programmi di governo e prevedere l'obbligatorieta' della polizza assicurativa, da parte delle aziende sanitarie, ed un tetto ai risarcimenti come gia' avviene in altri Stati.
Lo sciopero e' stato 'affiancato' da una manifestazione nazionale che si e' svolta a Palermo. La Sicilia ''e' ben al di sotto della media nazionale per quanto riguarda la sicurezza delle sale parto, ma chi sta peggio e' la Campania. Le regioni piu' 'virtuose', invece, sono la Toscana e l'Emilia Romagna'', e' l'allarme lanciato da Giuseppe Canzone, segretario regionale della Federazione sindacale medici dirigenti (Fesnmed) nel corso dell'iniziativa.
E numerosi sono stati i rappresentanti politici che hanno risposto alla protesta dei medici. Il governo deve dedicare ''maggior attenzione al contenzioso medico-legale, un problema sociale ed economico di rilevanza nazionale'', secondo Antonio Palagiano, presidente della Commissione d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e candidato nella lista Rivoluzione Civile. Servono, afferma, ''polizze calmierate attraverso un intervento governativo''. Condivide le richieste dei ginecologi pure il senatore del Pd Ignazio Marino: ''Ostetriche e ginecologi hanno bisogno di risposte concrete e urgenti. Risposte che il PD - afferma - e' in grado di dare loro, in particolare sul sempre crescente contenzioso medico legale''. Approvare al piu' presto la riforma della responsabilita' medica, come chiedono i ginecologi, e' la priorita' indicata anche dal senatore Michele Saccomanno, candidato alla Camera con Fratelli d'Italia.
Manuele Correra - Ansa
E’ sorto ad ORIA il circolo di FRATELLI D’ITALIA fortemente voluto dall’On.Ignazio LARUSSA, dall’On.Giorgia MELONI e dall’On.Antonio CROSETTO.
In verità, erano numerosi i parlamentari e gli iscritti al Popolo della Libertà che spingevano affinchè si creasse un nuovo e vero soggetto politico di centro destra. Eravamo diventati insofferenti verso una dirigenza che non privilegia il confronto per un maggior coinvolgimento della base nelle scelte politiche e che qualsiasi iniziativa era di esclusiva pertinenza dei vertici del partito.
In questo periodo di grande incertezza politica e finanziaria si sente la necessità di riscoprire i valori veri della vita.
I valori della onestà, serietà, capacità, della solidarietà per superare un momento di estrema difficoltà delle famiglie italiane.
E’ su questi ideali che si fonderà l’azione di Fratelli d’Italia per reagire con forza alla crisi, generata dalla superficialità di una classe di governo incapace, che è il più grande reato che è stato perpetrato ai danni del popolo italiano, facendolo precipitare a causa dell’enorme carico fiscale, da paese ricco ad una nazione in preda al panico ed alla paura. In questa fase difficile è prioritario riportare l’uomo e la famiglia con le loro esigenze al centro degli interessi che qualsiasi governo dovrebbe tutelare.
E’ necessario debellare la piaga degli sperperi, che tutti i governi hanno indicato ma che nessuno ha saputo attuare.
Via, quindi, con il dimezzamento dei parlamentari, la creazione delle macroregioni, l’abolizione di tutte le provincie, il taglio netto dei rimborsi elettorali e dulcis in fundo l’eliminazione delle pensioni d’oro. Solo così si può riportare a livelli accettabili la pressione fiscale che uccide le famiglie e le aziende creando solo povertà.
Con questi intenti ci impegneremo in campagna elettorale,ma anche dopo, per ricreare un rapporto nuovo di serenità e fiducia tra istituzioni e cittadini. Sta sorgendo una nuova Italia, orgogliosa ed onesta che non ha paura di sperare e credere in un futuro migliore. Questa ITALIA siamo noi e si chiama FRATELLI d’ITALIA.
Responsabile del circolo è il signor Giuseppe DESTRADIS che vanta una esperienza politica notevole avendo ricoperto nel recente passato incarichi politici/amministrativi di prestigio.
Nel corso del recente dibattito sul disegno di legge n.2935 recante il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, che si è svolto lo scorso novembre presso la XII Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato, il cui relatore è il Sen. Michele Saccomanno, è stata esaminata la questione dell'ordinamento della professione del biologo.
La proposta di riforma contenuta nel testo del ddl prevedeva l'inclusione della figura del biologo tra le professioni sanitarie e il trasferimento dell'Alta vigilanza sull'Ordine Nazionale dei Biologi dal Ministero della Giustizia a quello della Salute. Da questi due passaggi sarebbe scaturita la riorganizzazione su base provinciale dell'Ordine, come avviene per i medici, con il conseguente commissariamento degli organi in carica e l'indizione di nuove elezioni.
In palese contrasto con la logica della spending review, la decadenza del Consiglio dell'Ordine e del Consiglio Nazionale dei Biologi pochi mesi dopo il suo insediamento avrebbe comportato spese enormi sia per la gestione di nuove elezioni provinciali che in vista della creazione ex novo di sedi capillari su tutto il territorio nazionale, andando a incidere negativamento sui costi sostenuti dagli iscritti, senza contare, inoltre, la confusione nella ripartizione delle articolazioni provinciali dovuta alla mancanza di una mappatura territoriale dei biologi e alla distribuzione disomogenea degli stessi in alcune regioni, che avrebbe portato a rappresentanze di poche decine di professionisti.
L'aspetto più controverso riguardava il riconoscimento dei biologi nell'ambito delle professioni sanitarie. Il biologo non è una figura sanitaria tout court, e considerata tale, è riduttivo di fronte alle attività professionale che può svolgere. Un'attenta disamina della legge n.396 del 1967 dimostra, infatti, che la competenza del biologo è varia e spazia dalla classificazione degli animali e delle piante ai problemi della genetica, dalle analisi biologiche a quelle chimiche sulle acque reflue e minerali, dalla nutrizione allo smaltimento dei rifiuti, dagli agenti nocivi sui monumenti artistici al settore farmaceutico e così via.
Pertanto tra gli iscritti all'Ordine solo un terzo opera nel ruolo sanitario e, di fronte all'attuale situazione di tagli nella sanità, la percentuale sembra destinata a diminuire e sarà sempre più difficile considerare l'area della medicina e dei servizi di laboratorio un naturale sbocco occupazionale per i laureati in biologia.
Per le stesse ragioni anche la norma contenente l'ipotesi di far vigilare il Ministero della Salute sull'Ordine dei Biologi si svuota di contenuto, in considerazione del fatto che il potere del Ministero è limitato ad aspetti procedurali di buona amministrazione, legalità e legittimazione delle iscrizioni, piuttosto che agli aspetti tecnici della professione.